Milano, ma non solo, l’Italia intera, stanno attraversando un momento storico complicato, ma mi sento di dire che è in questi momenti che mi sento orgogliosa di essere italiana e soprattutto milanese.
A complicare le dinamiche quotidiane dell’operatività milanese è stato l’allerta dovuto ad un’epidemia di Corona virus, inaspettata, quanto annunciata nell’entità e negli effetti sociali, che ha costretto praticamente da un giorno con l’altro a prendere drastiche misure per contenere il più possibile i contagi.
Una delle misure adottate nella mia operosa città e a seguire anche in praticamente tutte le altre, è stata quella cosiddetta Smart working, lavoro intelligente, e direi che mai definizione è stata più adeguata.
La maggior parte delle aziende ha consentito ai dipendenti di poter lavorare in remoto, da casa, treno, bar, o qualsiasi altro luogo dotato di connessione internet, questo ha consentito di non fermare completamente il paese e ha di conseguenza causato effetti positivi sulle città.
Milano, per quanto sia la mia città e l’ami molto, ha un grande difetto, l’inquinamento dovuto anche al traffico cittadino, e a pochi giorni dall’adozione dello smart working, una delle notizie che risuonava a caratteri cubitali, oltre ai bollettini di contagio, era che a Milano si respirava aria di montagna. Infatti con migliaia di lavoratori in meno per le strade e le scuole chiuse, il traffico è pressoché scomparso.
Smart working, una soluzione dai mille vantaggi, che a lungo andare deve però non essere più concepita come situazione di emergenza, ma deve diventare una realtà strutturata, così all’interno delle nostre case, si deve cominciare ad abbandonare il tavolo da pranzo o la scrivania dei ragazzi, occupati nell’emergenza e ci si deve creare il luogo più adatto e confortevole per essere produttivi e rendere ancora meglio di quanto si rendesse all’interno del freddo e impersonale ufficio.
Ma come fare? All’home office ho già dedicato due articoli in questo blog, citando anche la legge “Normative per l’igiene del lavoro” DPR 303/56 che stabilisce quali caratteristiche igienico sanitarie e morfologiche deve avere uno spazio per garantire il comfort lavorativo.
Ma la normativa è riferita agli spazi destinati ad ospitare uffici, mentre in questo momento storico ci troviamo a dover creare lo spazio adeguato e agevole all’interno delle nostre abitazioni.
Il primo passo da fare è individuare il luogo più adeguato, non tutti hanno la disponibilità di un locale da destinare unicamente al proprio spazio di lavoro, quindi lo si deve inventare o ricavare, cercando il più adatto.
Vediamo come individuarlo, se avete due figli con due camere separate potreste ottimizzare gli spazi di lavoro destinando una camera al loro studio, che anche loro devono svolgere da casa e lavorando insieme possono aiutarsi a vicenda, e una camera al vostro lavoro, se invece i ragazzi sono già nella stessa camera, e non avete una camera per gli ospiti, che se viene usata un/due volte all’anno è tanto, allora è il momento di scegliere la vostra zona di lavoro in casa.
Osservatela, ambiente per ambiente, studiate gli spazi, non ne serve tantissimo, con i pc portatili è sufficiente lo spazio per uno scrittoio largo 120, potrebbe essere una nicchia nell’ingresso sfruttata male, un ampio e profondo vano finestra, lo spazio accanto al divano, o in un corridoio largo, anche un ampio disimpegno, la veranda, se la vostra casa è su due livelli, magari il pianerottolo della scala è largo e spazioso, le situazioni possono essere molte e le più varie.
Ad una cliente ho realizzato una zona studio all’interno di un armadio che in precedenza era mal sfruttato per scope ed aspirapolvere, soluzione molto pratica che consente poi di nascondere tutto semplicemente chiudendo le ante.
Non escluderei una sana operazione di decluttering per ottimizzare il contenuto degli armadi, nei quali la metà, se non di più, delle cose contenute non viene mai utilizzata, per creare spazio per la zona studio perfetta, inoltre eleminare le cose vecchie contribuisce ad aumentare il nostro benessere.
Comunque decidiate, dopo aver individuato il luogo perfetto, il feng Shui ci può venire in soccorso.
Innanzitutto, dobbiamo considerare che lo spazio in cui viviamo plasma il nostro spazio mentale, ne è il riflesso, se ci immergiamo nel lavoro in uno spazio improvvisato, scomodo, dove regna il disordine e la disorganizzazione, la nostra mente ne subirà le influenze negative e tenderà ad assimilarsi a quanto ha intorno, noi siamo un tutt’uno con lo spazio che ci circonda.
In secondo luogo dobbiamo cercare il più possibile di individuare una zona che ci trasmetta sicurezza, l’ideale sarebbe non avere porte o finestre alle spalle che infondono sensazione di instabilità, ma anche per evitare correnti d’aria che possono creare contratture e disagio fisico.
In terzo luogo curare l’estetica, certo, per me è deformazione professionale, non riesco a concepire un cambiamento, seppur minimo in casa, senza considerare l’aspetto estetico e l’armonia con l’insieme generale del risultato finale, ma non è solo deformazione professionale.
Come sottolineo nel primo punto, se ci immergiamo in un ambiente disarmonico e disordinato, la nostra mente sarà il riflesso di questa disarmonia e disordine e la resa professionale ne risentirà negativamente.
Creare una zona di lavoro in casa non è semplice né un aspetto da affrontare con superficialità, l’armonia con lo spazio che lo circonda è fondamentale al rendimento.
Il mio consiglio è quello di scegliere materiali naturali per il piano dello scrittoio, nelle stesse essenze di legno già presenti nell’ambiente scelto, colori tenui, riposanti e in armonia se non nella stessa nouance di quelli esistenti, una seduta ergonomicamente agevole per evitare dolorose contratture muscolari, una luce adeguata e mai tralasciare la presenza della natura, un vaso con i fiori, una pianta, delle pietre e cristalli (consiglio labradorite e pirite accoppiate per stimolare la creatività) sul piano della scrivania, per allietare lo sguardo e beneficiare delle loro energie positive.
Mi auguro che da questa situazione di emergenza si riesca ad uscirne il prima possibile per non gravare troppo sull’economia del nostro Paese, ma se non tutti i mali vengono per nuocere, trovo che anche in questa situazione ci sia del positivo, e soprattutto mi auguro che tutti noi si faccia tesoro di quanto questo Corona virus ci sta insegnando. Si può tornare a vivere in un modo più a misura d’uomo, rallentando un pochino, godendosi la famiglia, il tempo, la vita e non facendo che il lavoro sia nostra la vita, ma facendo della nostra vita un lavoro in armonia con noi stessi e chi amiamo.
Buon lavoro a tutti.
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